10 luglio, nasce Giorgio De Chirico
nelle cabine telefoniche
c'è l'apparecchio per cambiare le monete in gettoni
quelli con una scanalatura da un lato e due dall'altro
valgono cinquanta lire ciascuno
poi cento poi duecento
metti le monete in alto
spingi un grande pomello giallo
e scendono i gettoni
a meno che non ficchi una cicca di sigaretta nel foro d'uscita
allora non cadono
abbiamo le nostre cabine
io e Alessandro
amico mio
ne ostruiamo un po'
aspettiamo mezz'ora
poi facciamo il giro
e raccogliamo
se arriviamo a ottomila lire
con ciò che abbiamo già in tasca
possiamo prendere due boccali da un litro
di birra scura
difficile da maneggiare per due ragazzini
ma ostentiamo sicurezza
da vecchi marinai al porto
ci concediamo un problema a venire
una dipendenza un giogo
dolce
mentre sbronzi ci sorreggiamo ridendo
per le strade di Roma
quasi deserte
se si eccettuano alcuni manichini metafisici
in queste vie dechirichiane
nei lunghi lugli dei neonati ottanta
mentre sbronzi dipingiamo il nostro quadro
di sogni
il nostro quadro
che a vederlo il giorno dopo
è così diverso
è ancora qui
davanti ai miei occhi
incrostato di sogni stratificati
di decenni
e il tuo?
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